“La gravidanza è il periodo più bello nella vita di una donna”, “I primi mesi di vita di un figlio sono un’emozione incredibile”; quando si parla di dolce attesa e maternità sono frasi ricorrenti. Ma è davvero per tutte così?

Benché gli studi scientifici sull’argomento siano pochi e spesso divergenti le stime sulla diffusione di disturbi mentali in gravidanza e depressione post-partum ci dicono che non per tutte l’attesa e l’arrivo di un figlio sono momenti tutti amore e gioia. Sembra infatti che ad affrontare queste problematiche siano il 10-13% tra le gestanti, mentre tra le neomamme la percentuale si aggira intorno al 10%. Particolarmente a rischio sono le donne che hanno già avuto problematiche psichiche in passato. Nonostante i numeri siano allarmanti la depressione pre e post-partum continua a essere sottovalutata:

C’è scarsa sensibilizzazione dei professionisti sanitari, un limitato coordinamento, l’assenza di percorsi integrati tra i vari servizi e la mancanza di linee guida aggiornate

(Adnkronos Salute)

La denuncia è di Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze). La fondazione ha quindi preso in mano la situazione e si è occupata della traduzione delle linee guida del Nice (National Institute for Health and Care Excellence), che sottolinea l’importanza della prevenzione attraverso metodiche approvate a livello internazionale per l’identificazione precoce dei sintomi e quindi l’attuazione di un piano integrato di intervento assistenziale, che deve essere improntato a un percorso di psicoterapia piuttosto che all’utilizzo di psicofarmaci. L’invito di Cartabellotta agli esperti è quello di non sottovalutare il problema e dare la giusta attenzione alle pazienti, soprattutto laddove ci sia un trascorso di depressione o altri disturbi psichiatrici, della stessa donna o di familiari.