La gravidanza costituisce un passaggio cruciale per la donna dal punto di vista biologico, emotivo, evolutivo, esistenziale, con fondamentali ripercussioni sulla vita di coppia, familiare, professionale e sociale.

La dolce attesa è una delle fasi più importanti nella vita di una donna, non solo dal punto di vista di “continuità” della linea genetica e familiare, ma anche sociale. Solitamente la donna si sente ricoperta di maggiori attenzioni ma anche di una grande vulnerabilità psicologica: timore di malformazioni, ritardo nella crescita, ansia e depressione.

I disturbi dell’umore in gravidanza (ansia e depressione) sono solitamente presi sotto gamba. Solo il 18% delle gravide che soffre di depressione riceve una diagnosi corretta durante la gestazione (Markus, 2009). Anche l’ansia viene spesso considerata come fisiologica e quindi diagnosticata in modo scorretto. Ansia e depressione sono maggiori nelle fasi della gravidanza più vulnerabili sia dal punto di vista psichico che biologico, ad esempio il primo trimestre e l’ultimo trimestre (per l’avvicinarsi del parto).

La donna depressa o con ansia patologica in gravidanza raramente chiede aiuto, per diversi motivi:

  1. Per l’effetto paralizzante dello stesso disturbo;
  2. Perché si sente sola e disperata;
  3. Perché non sa a chi rivolgersi;
  4. Perché non sa nemmeno che esista la depressione in gravidanza e/o dopo il parto;
  5. Per la paura del giudizio altrui sulla malattia mentale;
  6. Per fattori di isolamento culturale.
  7. Il ginecologo, a sua volta, raramente riesce a diagnosticare la depressione in gravidanza o dopo il parto per mancanza di formazione, attenzione o tempo.

Spesso ci si ritrova a sentirsi dire che “passerà”, ma come e quando? La depressione che possiamo notare è solo ciò che superficialmente osserviamo. In realtà dietro la depressione si cela un mondo complesso che ha bisogno del massimo sostegno.

Ed è proprio questo universo di emozioni negative che ha una ripercussione nella vita della donna e del bambino.

Quali sono i fattori principali che causano la depressione post-partum?

  • Il bambino prematuro in cura intensiva o problematico;
  • La gravidanza non voluta, la solitudine;
  • La mancanza di supporto familiare;
  • Le difficoltà economiche;
  • La condizione di madre single.

I figli di madri depresse tendono ad essere irritabili, rumorosi, sono meno sorridenti e vocalizzano meno dei figli di madri serene.

Questo comportamento è dovuto probabilmente a una teoria chiamata dei “neuroni specchio”. Si è rivelata un’ attivazione dei neuroni che coordinano i movimenti che il piccolo sta osservando, prima di effettuarli, mentre guarda la madre che gli parla o gli sorride.

Per questo motivo se il bambino ha una madre che gli sorride spesso apprende il comportamento di sorriderle. Se, invece, ha una madre con comportamenti aggressivi, il piccolo imparerà ad avere un atteggiamento aggressivo.

Nel lungo termine il bambino, la cui madre è stata depressa in gravidanza e/o puerperio, può sviluppare problemi sia di tipo cognitivo che emotivo. Questi bambini presentano disturbi comportamentali, minore socialità perché non hanno acquisito il linguaggio dell’empatia e quindi non lo possono esprimere.

È indispensabile essere presenti per la futura mamma, appoggiarla e rendere la gravidanza un bellissimo viaggio sereno. Dopo il parto è necessario chiedere aiuto a specialisti e medici nel momento in cui si presentano disturbi come ansia e depressione. Impariamo a osservare!

 


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