Nella definizione di malattie cardiovascolari, rientrano tutte le patologie a carico del cuore e dei vasi sanguini, tra cui l’aterosclerosi, l’angina pectoris, l’insufficienza cardiaca, le aritmie e l’ictus. Queste malattie sono responsabili ancora oggi del 44% di tutti i decessi nel mondo occidentale.

L’ateroslerosi: colpisce i vasi sanguigni. Le pareti delle arterie diventano spessi e irregolari a causa dei lipidi e del colesterolo. L’ispessimento porta la diminuzione del flusso sanguigno, quindi il sangue scorre a fatica e può formarsi un trombo che può provocare un arresto del flusso sanguigno. In altre parole il sangue si coagula, le piastrine si attaccano le une alle altre formando dei grumi. Il coagulo può però agire da tappo e occludere l’arteria provocando l’infarto del miocardio.

L’angina pectoris: è dovuta a un’improvvisa riduzione dell’apporto di sangue al cuore. Si può verificare quando le necessità di ossigenazione del miocardio sono maggiori, come ad esempio durante uno sforzo fisico, o da uno spasmo nelle arterie coronarie che riduce la quantità di sangue che arriva al cuore. Quest’ultima può verificarsi anche in condizioni di riposo.

L’ictus: è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la rottura o la chiusura di un’arteria. In questo caso si parla di “ictus ischemico” che è la forma di ictus più frequente. Esiste invece una forma più grave di emorragia celebrale dovuta all’ostruzione delle arterie causata dalla formazione, nel loro interno, di grasso. Quest’ultima prende il nome di “ictus emorragico”.

Le morti per tale patologia non sono tutte riconducibili a fattori di rischio “tradizionali” quali fumo, diabete, ipertensione, colesterolemia, obesità, etc. È dimostrato che la componente genetica gioca un ruolo fondamentale!
dna-163710_960_720Il test del DNA non stabilisce se una persona svilupperà sicuramente una malattia, ma apporta una grande mole di informazioni sulla sua predisposizione, così che si possano implementare una serie di misure di precauzione personalizzate per migliorare il proprio stato di salute. La quantità di rischio viene elaborata attraverso uno specifico algoritmo che permette un’analisi del rischio combinato contenente diversi parametri. Le malattie cardiovascolari sono tra le prime cause di decesso nel mondo! Cosa valuta l’analisi genetica? Una serie di mutazioni associate al rischio di infarto miocardico, in particolare vengono analizzati i marcatori genetici selezioni all’interno dell’intero genoma sulla base del loro valore predittivo.

È stato dimostrato che Il profilo genetico influenza il rischio cardiovascolare e, oggi, questo rischio è misurabile. Conoscere il proprio rischio permette di agire in maniera tempestiva cambiando le proprie abitudini e intraprendendo uno stile di vita sano.

Il test MI-RISK quantifica questo “rischio genetico di base” utilizzando le tecnologie genetiche più avanzate associate alla più attuali conoscenze della comunità scientifica. Il risultato finale consiste in un profilo di rischio che valuta la probabilità di una persona di incorrere in un infarto miocardico acuto in uno specifico periodo di tempo. Il test può evidenziare cattive abitudini e comportamenti da modificare per migliorare la salute personale e, in generale, l’efficienza dell’apparato cardiovascolare. È un test veloce e non invasivo, basta infatti un tampone salivare da cui viene estratto il DNA.

Per maggiori informazioni sul MI-RISK è possibile contattarci al numero verde 800 589057 oppure compilare il modulo informativo sul nostro sito.

 

Bibliografia:

  • La malattia cardiovascolare: conoscerla per evitarla. Infermieri Degenza Cardiologica Coordinatore Infermieristico Degenza Cardiologica – Azienda ospedaliera di Reggio-Emilia, Gennaio 2008)
  • http://siia.it/lipertensione/