Intolleranze alimentari, cibo sano, bio, gluten free. Il tema alimentazione è sempre più sulla bocca di tutti, diete di ogni genere hanno preso piede e di questi tempi sembra che tutti siano esperti del settore. Il rischio, come sempre in caso di argomenti “caldi”, è quello di creare falsi miti e adottare quindi comportamenti controproducenti.

Dal 24 al 26 novembre i medici di AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri, si sono riuniti a Perugia come ogni anno per fare un punto della situazione circa l’appropriatezza di diagnosi e cure per le patologie legate all’apparato gastrointestinale. Buona parte dell’incontro, dal titolo Innovazioni diagnostico-terapeutiche e sostenibilità economica in gastroenterologia, verteva proprio sull’importanza di una corretta alimentazione e gli esperti hanno identificato sette falsi miti da sfatare sui comportamenti alimentari degli italiani:

1. Il caffè fa male al fegato. Non è vero: un moderato consumo di 2 tazzine al giorno può dare benefici contro la steatosi epatica, malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, come dimostrano diversi studi pubblicati sulla rivista scientifica americana ‘Hepatology’.

2. Il tè verde è un toccasana. E’ vero che è antiossidante, ma bisogna fare attenzione, soprattutto quando lo si assume come ingrediente all’interno di prodotti e integratori, anche dimagranti, che contengono altre sostanze. Si sono registrati casi di insufficienza epatica determinati da estratti di tè verde.

3. Il vino minaccia il fegato. Sono noti gli effetti benefici del vino nella prevenzione del rischio cardiovascolare e un moderato consumo ha anche un potere antiossidante sul fegato grazie al resveratrolo, sostanza contenuta nell’uva rossa.

4. Le erbe fanno bene. Gli estratti contenuti negli integratori alimentari (ad esempio i ’12 erbe’) possono aggravare i sintomi della sindrome del colon irritabile. Responsabile degli effetti irritanti è l’epigallocatechina-3-gallato (Egcg), il composto polifenolico presente anche nel the verde, come evidenziano studi pubblicati sulla rivista scientifica americana ‘Hepatology’.

5. La moda ‘gluten free’ fa bene. La maggior parte delle persone che segue una dieta senza glutine non è celiaca, e non ha quindi un’intolleranza genetica a questa sostanza. Il mito che alimenta questo trend in aumento risiede nella convinzione che una dieta povera dei carboidrati che contengono glutine sia dimagrante e salutare. Si rischia, invece, di ridurre il consumo di fibre contenute nei carboidrati, benefiche per la salute dell’intestino, e compensare la mancanza di pasta e pane con i grassi saturi.

6. Bere succhi di frutta è una sana abitudine. Sì, ma quali? Perché i succhi non sono tutti uguali e la differenza la fa il fruttosio, zucchero semplice che, se assunto con frequenza e abbondanza, ha l’effetto negativo di aumentare i grassi nel fegato. I succhi di frutta che ne sono ricchi vanno assunti con moderazione. Fa eccezione quello di arance rosse, che ha l’effetto invece di ridurre i grassi nel fegato.

7. Una mela al giorno leva il medico di torno. E’ la convinzione più diffusa, ma attenzione: mele e pere contengono zuccheri fermentabili che hanno effetti nocivi sulle persone che soffrono della sindrome del colon irritabile. In questi casi, è consigliabile un consumo molto ridotto di questi frutti.

(Adnkronos)

In questo modo gli esperti forniscono linee guida aggiornate sulle corrette abitudini alimentari e mettono in guardia la popolazione rispetto alle tante indicazioni nutrizionali fallaci che circolano in rete o che sono radicate a causa di vecchie credenze popolari. In conclusione il regime alimentare migliore secondo i gastroenterologi rimane la nostra dieta mediterranea, sana e bilanciata.