Come reagiscono gli adolescenti agli eventi traumatici? Quali effetti può provocare nei più giovani e nel loro percorso evolutivo un forte stress? Un gruppo di studiosi della Stanford University, in California, ha intrapreso una ricerca per indagare gli effetti di episodi difficili sul cervello durante il periodo forse più delicato per ogni persona: l’adolescenza.
I ricercatori d’oltreoceano hanno analizzato il cervello di 59 adolescenti di età compresa tra i 9 e i 17 anni. Nel primo gruppo di 14 femmine e 16 maschi, tutti con almeno un trauma vissuto alle spalle, sono stati riscontrati cambiamenti significativi nella corteccia insulare, una parte del cervello umano connessa con empatia ed emozioni. Nel secondo gruppo, 15 ragazze e 14 ragazzi che non hanno mai vissuto sconvolgimenti particolare, l’insula non ha riportato particolari variazioni.
I risultati di questa ricerca, pubblicata su Depression and Anxiety, sottolineano il ruolo fondamentale di questa parte del cervello umano nello sviluppo di disturbi post-traumatici da stress (PTSD), causa di frequenti incubi in cui il soggetto rivive l’evento, difficoltà a prendere sonno, a concentrarsi e irritabilità.
Studi precedenti su questa tipologia di disturbi avevano evidenziato come fosse il sesso femminile ad avere maggiore probabilità di sviluppare problematiche di questo tipo. A seguito di traumi, infatti, le ragazze subiscono una contrazione maggiore dell’insula, che corrisponde a una pubertà precoce visto che questa parte di cervello tende a restringersi con la crescita.
In sostanza dai risultati degli studi sui disturbi da stress emerge la differenza di reazione tra maschi e femmine, che potrebbe comportare allo sviluppo di sintomi discordanti, da trattare quindi con modalità diverse. Secondo Megan Klabunde, una delle autrici della ricerca, saranno necessari ulteriori studi tenendo conto del vissuto e dello sviluppo di queste persone nel tempo.
Importanti considerazioni sono state poste da un esperto del nostro Paese, il Professor Alberto Oliveiro, docente di psicobiologia all’Università La Sapienza di Roma. Secondo l’esperto, intervistato da Repubblica.it, è fondamentale tenere in considerazione e differenziare le diverse tipologie di evento tramautico, poiché un incidente non avrà lo stesso peso di violenze o soprusi prolungati. Infine, secondo Oliveiro, è impossibile prescindere dai fattori culturali e di costume della società, che ancora oggi, soprattutto negli USA, propongono un modello maschile “forte” e poco propenso ad esprimere le proprie emozioni.