Perchè alcune persone sono portate più di altre all’abuso di bevande alcoliche? Infelicità, insoddisfazione, timidezza? Sicuramente fattori comportamentali e sociali hanno il loro peso ma dai risultati di una ricerca scientifica internazionale sembra che la propensione all’alcol dipenda in prima istanza dai nostri geni.

La ricerca, pubblicata su Pnas, la rivista dell’Accademia americana delle scienze, è stata condotta da un team del King’s College di Londra e ha visto la partecipazione dell’Università degli Studi di Trieste, dell’Ospedale Burlo Garofalo del capoluogo friulano e del San Raffaele di Milano.

Grazie allo studio condotto su oltre 100mila individui europei sono state scoperte due varianti di un gene, chiamato  β-Klotho, direttamente collegato alla regolazione del consumo di alcol. La variante “positiva” del gene, riscontrata nel 40% dei partecipanti al trial, produce dei recettori relativi ad alcuni ormoni tra cui Fgf21, prodotto dal fegato sotto stress. La ricettività dell’ormone da parte del sistema nervoso, in seguito all’assunzione di alcol, “blocca” il desiderio di continuare a bere.

Esiste dunque un asse fegato-cervello, che abbiamo dimostrato sui topi: eliminando il gene per il recettore Klotho nel cervello, il consumo di alcol aumenta. Con ciò abbiamo individuato una via metabolica molto precisa su cui potremo agire per ridurre il consumo di alcol

dichiara ad Ansa Daniela Toniolo, capo dell’unità di Genetica delle malattie comuni dell’Ospedale San Raffaele. In conclusione gli autori dello studio precisano che queste scoperte potrebbero portare all’introduzione di un trattamento farmacologico per l’alcolismo.